Nei giorni scorsi è tornato dopo 12 giorni dallo spazio il miliardario giapponese Yusaku Maezawa. Non sono qui per parlarvi della sua voglia di avventura e di sperimentare (in orbita si è tagliato i capelli , ed ha provato a giocare a ping-pog) e nemmeno del fascino dei viaggi nello spazio e della visione del cielo stellato. Quello che mi ha colpito è che questo signore non ha pagato il “biglietto di volo” soltanto per se, ma per un assistente che aveva l’esclusivo scopo di riprenderlo e documentare la sua esperienza. Questo ci porta a riflettere sullo straordinario ruolo che ha l’immagine nel nostro mondo. Ciò che non è documentato non esiste. Di più, ciò che non è documentato con immagini non esiste! Quest’uomo, (indubbiamente un uomo di successo) ha riconosciuto lo straordinario valore delle immagini, al punto da spendere di più per documentare un’esperienza di quanto abbia speso per l’esperienza stessa

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Il valore dell’immagine non sta soltanto nella possibilità di condividere l’esperienza con altre persone, ma anche nella nostra possibilità di ricordare dettagli, ed ancora di più di rivivere esperienze e sensazioni, che inevitabilmente svanirebbero. Il nostro cervello, nonostante siamo spesso portati a parlare di esperienze “indelebili”, in realtà con il tempo tende a rimuovere gli eventi non essenziali, e quindi parte, nel processo di cancellazione ad eliminare ciò che nel momento nel quale abbiamo vissuto un’esperienza ci ha emozionati di meno. Rivedere le immagini di quanto vissuto, può però amplificare, e talvolta creare nuove emozioni.

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Un’esperienza che possiamo rivedere più volte è un’esperienza vissuta molte volte, anche con sfumature diverse legate allo stato d’animo, non solo del momento nel quale l’abbiamo vissuta, ma anche di quello nel quale la rivediamo. La nostra vita è una raccolta di immagini. Non perdiamone nessuna!

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I veri astrofotografi realizzano immagini tecnicamente perfette del cielo notturno componendo decine di scatti , utilizzando inseguitori ed attrezzatura (soprattutto lenti) dedicate. Per comporre una singola immagine talvolta dedicano un‘intera notte agli scatti e molte ore alla postproduzione. Li ammiro tantissimo ed invidio ii loro risultati. Io non sono un astrofotografo, sono soltanto un fotografo di viaggio, ma quando vedo la via lattea non posso resistere, e devo cercare di fissarne la bellezza in uno scatto. I miei scatti non sono perfetti, (e sicuramente possono fare storcere il naso agli specialisti del genere), sono scatti singoli realizzati con uno scatto di 25” o 30”, diaframma a tutta apertura ed un ottica zoom 24-105 F4 utilizzata su 24. Talvolta sono realizzati con condizioni meteo non perfette (a volte addirittura con la luna) perché purtroppo il viaggiatore non sempre può aspettare che il tempo migliori, e deve cambiare luogo. Quest’anno per esempio volevamo riprendere il cielo notturno sull’isola di La Palma alle Canarie (che è riconosciuto come uno dei posti migliori al mondo per riprendere la via lattea, dato lo scarso inquinamento luminoso) ma purtroppo per tutta la settimana che avevamo a disposizione, abbiamo avuto una pessima visibilità, dovuta alla presenza massiccia in atmosfera di sabbia proveniente dal Shahara, e cosi siamo dovuti partire senza aver realizzato neanche uno scatto del cielo notturno. Meno male però che non abbiamo deciso di fermarci ancora, perché dopo pochissimi giorni è esploso il vulcano Cumbre Vieca.

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